L’innovazione degli strumenti di lavoro sbriglia la fantasia dei progettisti per realizzare occhiali che si distinguono nel mercato a costi sostenibili
Oggi chi propone un paio di occhiali ricerca sempre maggiore originalità. Missione non facile, perché il mercato è affollato. Per emergere, come ci ha raccontato in un precedente articolo Corrado Rosson, fondatore di Lightbird, l’unico modo per farsi spazio è proporre qualcosa di nuovo (puoi leggere l’articolo cliccando qui).
La ricerca dell’originalità richiede da una parte l’inventiva dei progettisti, dall’altra la capacità realizzativa dei produttori. Ma trovare il modo di realizzare qualcosa spesso non basta: il processo produttivo deve essere sostenibile economicamente. Spesso il freno alla realizzazione di qualcosa di unico e differenziante nel mercato, può essere proprio il costo di realizzazione.
Ma questo ostacolo può essere abbattuto grazie alla costruzione degli strumenti adeguati. Crearseli ha sicuramente un costo di partenza più elevato ma poi consente di risparmiare grandi quantità di tempo e di denaro.
L’evoluzione del mercato e le nuove necessità produttive
Andrea Scopel, responsabile dell’ufficio tecnico di D.F., si trova quotidianamente ad affrontare questo scenario; ci è sembrato quindi la persona più adatta a cui chiedere di approfondire l’argomento: «Da quando sono entrato a far parte del team di D.F., 17 anni fa, ho visto cambiare il modo di produrre ma anche quello di progettare. Si è sempre più alla ricerca di inserire ad esempio nell’asta o nel terminale, e di conseguenza nello stampo, dettagli particolari, come smussi, loghi, ribassi. La tendenza è costruire qualcosa di più complesso, così da differenziarsi dal resto. Naturalmente questo si riflette nel nostro lavoro perché dobbiamo trovare le soluzioni realizzative.»
«Il contesto in cui ci troviamo a operare è quello di una elevata ricerca di originalità, a volte un po’ esuberante. Penso al processo evolutivo della moda. È così, sappiamo che le macchine possono arrivare oltre e allora viene la voglia di fare qualcosa di più; è un continuo inseguimento tra innovazioni tecnologiche e richieste dei designer, più la tecnologia avanza, più i designer sanno che possono fare qualcosa di più.»
Alzare gli standard in modo economicamente sostenibile
La facilità con cui oggi si può stampare un oggetto metallico non ha appagato la fantasia dei progettisti, l’ha totalmente liberata. Nascono sempre nuove sfide, innescate dal fatto che quello che era difficile realizzare prima, ora lo si fa con una certa facilità perché sono stati inventati nuovi mezzi. Questo pone un nuovo standard da cui i progettisti partono per pensare a cose nuove.
È un’esigenza del mercato, si ricercano nuove finezze che possano distinguere il proprio prodotto e renderlo unico e riconoscibile. Le possibilità di fare cose incredibili ci sono, l’unico inconveniente è che spesso aggiungere nuovi dettagli e particolarità richiede un maggior numero di lavorazioni e quindi di passaggi nel processo produttivo andando ad aumentare notevolmente i tempi e i costi di produzione.
Se però si riesce a fare in modo che la totalità o quasi dei dettagli siano già inglobati all’interno di un unico stampo, il numero di passaggi nella lavorazione viene ridotto in modo radicale. «Il vantaggio è soprattutto a livello di processo produttivo», continua Andrea, «in quanto si eliminano le lavorazioni in più che si dovrebbero fare una volta stampato il pezzo, andando a ricavare determinati effetti attraverso la successiva fresatura dei pezzi già stampati.»
«Per il cliente è un costo risparmiato se pensiamo ai tempi di scarico e di ciclo eliminati, moltiplicati per le migliaia o centinaia di migliaia di pezzi da realizzare. È vero che si investe di più nella costruzione dello stampo, ma poi con quello si realizzeranno tutti i pezzi. In questo modo si salvano anche possibilità di errori. Lo stampo stampa sempre allo stesso modo.»
Ideare e costruire i mezzi per rispondere alle richieste
«Anche qui in D.F. siamo spesso costretti a inventarci qualcosa di nuovo per dare modo a quelle idee originali di diventare realtà. Ciò che facciamo in realtà non è poi così strano, almeno per come siamo abituati qui. Come per tutte le grandi invenzioni, si prende qualcosa che esiste già e la si migliora.»
«Recentemente mi è capitato proprio di dover affrontare un processo di questo tipo per un particolare tipo di anima. Tutto è partito dallo spunto di un cliente e ha comportato, dopo una serie di test, un effettivo miglioramento del sistema di animatura.»
«Il problema da cui siamo partiti era che, durante il processo di animatura, l’anima non veniva presa bene dallo spingi piattina, durante l’inserimento si rigirava, non entrava bene e il numero di pezzi da scartare aumentava.»
«Ci siamo dunque messi a pensare a come potevamo risolvere questo problema. È sempre un lavoro di squadra e di confronto attivo tra noi e i nostri clienti. Così siamo arrivati all’ideazione e alla costruzione dello strumento, che prima non esisteva. Questa evoluzione ha anche diminuito l’attrezzaggio perché è più semplice da usare, portando maggiore precisione e migliori risultati.»
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