
Come l’arte della piegatura fa la differenza nella produzione di occhiali in metallo di alta gamma
La piegatura del metallo è una fase cruciale per la realizzazione di occhiali di alta gamma. Un’ottima piegatura non solo assicura la qualità estetica dell’occhiale, ma ne garantisce anche la durabilità e la precisione.
Michelangelo Pisan, attrezzista con una grande esperienza nel settore dell’occhialeria di alta gamma e da tanto tempo nel team di D.F., è specializzato proprio in questo passaggio delicato del processo produttivo. La sua competenza parte dalla costruzione degli strumenti, come gli stampi, che permettono di ottenere una piegatura impeccabile.
Ma come si può ottenere una piegatura perfetta per occhiali in metallo? Quali sono le sfide tecniche dietro ogni curva? In questa intervista, sveliamo i segreti dietro la piegatura degli occhiali in metallo, un’arte dove tradizione e innovazione si incontrano per creare prodotti di altissima qualità.
Ciao Michelangelo, so che ti occupi della piegatura delle componenti in metallo per occhiali. Potresti spiegare in cosa consiste esattamente il tuo lavoro?
Certamente. Il mio ruolo principale è preparare e montare gli strumenti necessari per la piegatura dei vari componenti nelle macchine che abbiamo in D.F.. Parlo soprattutto di stampi che servono per piegare parti specifiche degli occhiali, come aste, musi, ponti o nasi. Lavoro insieme a una squadra per studiare il modo migliore per ottenere la piegatura desiderata e costruire lo stampo più adatto. Una volta pronto, lo monto nella macchina e spiego all’operatore come procedere per ottenere la piega corretta.
Quanto è cruciale il processo di piegatura nella produzione di un occhiale?
La piegatura è fondamentale. È una delle ultime fasi del processo produttivo e ha un impatto decisivo sulla qualità finale del prodotto. Se la piega non è perfetta, può compromettere la funzionalità e l’estetica dell’occhiale. Ogni componente deve essere piegato con precisione, e non sempre basta un solo passaggio. A volte sono necessari più passaggi e correzioni per ottenere la curvatura desiderata, soprattutto con materiali come l’acciaio o il titanio, che hanno una certa elasticità e tendono a “ritornare” alla loro forma originaria.
Parlaci un po’ degli strumenti che utilizzi per la piegatura. Che tipo di macchine e stampi usate?
Gli stampi sono il cuore del processo. Li costruiamo in diversi materiali a seconda della parte da piegare. Usiamo acciaio, polimeri o plastica, a seconda del livello di delicatezza richiesto. Per esempio, per piegare il naso di un occhiale, che è una parte molto visibile e importante, a volte costruiamo stampi molto raffinati per evitare di rovinare il materiale.
Il processo inizia con uno studio approfondito del pezzo che dobbiamo piegare. Se non abbiamo uno stampo già pronto che possa andare bene, lo costruiamo da zero. La realizzazione dello stampo può essere fatta con macchine CNC o manualmente, usando fresatrici o torni tradizionali. Una volta creato lo stampo, lo montiamo nella pressa o pressetta e iniziamo a testare le pieghe. È un lavoro di precisione che richiede molta pazienza e sensibilità nel maneggiare il materiale.
Quanto è automatizzato il processo di piegatura?
Il processo di piegatura non è molto automatizzato. Anzi, quasi per niente. La macchina può aiutare a realizzare pieghe semplici, ma quando si tratta di pieghe complesse o di progetti custom l’intervento manuale diventa indispensabile. Questo perché ogni materiale si comporta in modo diverso sotto pressione. Per esempio, con un raggio complesso o una curva difficile, spesso facciamo delle prove manuali prima di impostare la macchina.
In molti casi, è necessario intervenire manualmente anche durante la piegatura vera e propria per correggere piccoli difetti o aggiustare le curve. Il controllo e la precisione che si ottengono lavorando a mano sono insostituibili in certi progetti.
Mi sembra di capire che c’è un’importante componente artigianale nel tuo lavoro. Come fai a ricordare tutti i passaggi che fai per ottenere un certo risultato?
Quando piego un pezzo, prendo nota nei miei quaderni di tutti i dettagli: la pressione utilizzata, il posizionamento del pezzo, il numero di passaggi necessari e anche eventuali correzioni da fare.
Ogni operazione è registrata nei miei bloc notes, che diventano una sorta di manuale che contiene le istruzioni dei progetti realizzati negli anni. Se devo rifare una piega o se un collega deve proseguire il lavoro in mia assenza, può consultare i miei appunti per capire come procedere. Scrivo tutto, dalla posizione esatta in cui va messo il pezzo, agli spessori utilizzati, alla quantità di pressione necessaria per ottenere la piega giusta. E poi inserisco disegni o foto che mostrino bene le posizioni di mani e componenti per ottenere la piega giusta.
Secondo te sarebbe possibile automatizzare maggiormente il processo per rendere la vita più facile a attrezzisti e operatori?
È estremamente difficile. La piegatura, specialmente quella di parti complesse come i ponti o i nasi, è quasi impossibile da automatizzare. Ogni materiale ha una sua elasticità e spesso il risultato non è prevedibile al 100%. Anche con tutta l’esperienza che ho, devo fare prove su prove per trovare la piegatura ideale.
Non è possibile delegare tutto alle macchine. Ogni materiale è differente. Tieni conto che persino come vengono tagliati i pezzi dalle lastre, rispetto alla direzione delle fibre del metallo, causa reazioni diverse dei componenti nel processo di piegatura. Bisogna fare delle modifiche continue per compensare. Automatizzare questo processo significherebbe perdere il controllo sulla qualità del risultato finale.
Quale pensi sia il segreto nella produzione di occhiali di alta gamma?
Penso che sia l’equilibrio tra tecnologia e manualità. Anche con l’avanzamento delle macchine a controllo numerico, c’è ancora bisogno di mani esperte per ottenere certi risultati. Il processo di piegatura è un’arte, e ogni occhiale di alta gamma che realizziamo riflette questa combinazione di competenze tecniche e artigianali.
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